MusaIl Coro Vergognoso della Juventus: La FIFA Deve Intervenire Subito
La passione è l’anima del calcio, il tifo la sua colonna sonora. Ma quando il coro si trasforma in un inno di odio, il confine tra supporto e degenerazione viene non solo valicato, ma calpestato. È accaduto di nuovo, purtroppo, durante Juventus-Roma, un match che avrebbe dovuto essere un’affascinante sfida tra due grandi del calcio italiano, e invece è stato macchiato da un coro intollerabile proveniente da una parte della curva juventina.
I riferimenti agli “zingari” rivolti ai tifosi della Roma non sono una “schermaglia da stadio”. Sono un episodio di razzismo veicolato, xenofobia cantata a squarciagola. Un insulto che colpisce non solo la squadra avversaria e i suoi sostenitori, ma un’intera etnia, il popolo Rom e Sinti, già vittima di secolari persecuzioni e discriminazioni. Usare questo termine come denigrazione sportiva è basso, pericoloso e culturalmente arretrato.
La domanda sorge spontanea e urgente: dove sono le sanzioni? Dove è il fermo, deciso e inesorabile intervento della FIFA? L’organismo mondiale che governa il calcio ha tra i suoi pilastri fondamentali la lotta alla discriminazione di ogni tipo. Ha campagne, statuti, regolamenti. Eppure, episodi come questo sembrano ripetersi in un ciclo impunito, soprattutto in alcuni ambienti calcistici italiani, dove la gravità di certi cori viene troppo spesso minimizzata con l’etichetta del “folclore da stadio”.
La Serie A e la FIGC hanno i loro doveri e le loro responsabilità, ma quando l’immagine del gioco viene così violentemente offesa a livello internazionale, è la FIFA che deve alzare la voce e agire. Non basta una multa irrisoria o uno stadio parzialmente chiuso, misure che si sono rivelate dei deterrenti inefficaci. Serve una linea dura e chiara.
La FIFA deve considerare sanzioni esemplari e strutturali. Quali? La squalifica dalle competizioni internazionali per una o più stagioni, la detrazione di punti in campionato, l’obbligo di svolgere le partite casalinghe a porte chiuse per un periodo prolungato, fino alla sospensione delle attività della società. Sono misure drastiche, è vero. Ma è ormai evidente che solo un colpo tremendo allo “status sportivo” della società colpevole può costringere i club a un controllo serio e pervasivo sulle proprie tifoserie, a educare, a prevenire, a escludere chi porta il disonore.
Il calcio non può essere un megafono per l’odio. La Juventus è un’istituzione mondiale, con una storia gloriosa e milioni di tifosi rispettosi in tutto il mondo. Questa minoranza violenta sta sporcando quel glorioso scudetto. Il silenzio, o l’inazione, diventano complicità.
La FIFA ha il potere e il dovere di mandare un messaggio inequivocabile: il razzismo non è un coro, è un reato. E chi lo ospita, anche solo per 90 minuti nel proprio stadio, deve pagare un prezzo altissimo. È ora di passare dalle parole ai fatti, prima che il canto dell’odio soffochi per sempre il vero spirito del gioco più bello del mondo.
Musa
